Ha perduto la sua primitiva fisionomia per i rifacimenti e le manomissioni succedutisi nei secoli. Qui, fino a circa 50 anni fa, era addossato il Seminario Vescovile. La parte relativa alle navate è composta da sei arconi e al momento dello smantellamento è andato perduto l’esaforato (gruppi di sei monofore, che possiamo ammirare in piazza Cattedrale). In quello piĂ¹ vicino al transetto si apre una porta attraverso cui si accede nella Cattedrale.
Il cortile dell’Episcopio, un tempo area pubblica, era sede del Plancheto ove, “ad sonum campanae, more solito” (al suono della campana, secondo il solito) accorreva il popolo e l’Universitas civium (il consiglio comunale) teneva le sue assemblee all’aperto.
Al centro dell’episcopio un puteale (pozzo) settecentesco (Mons. Gatta, 1730), sicuramente fonte di approvvigionamento idrico per la cittadinanza insieme con la cisterna posizionata in una delle navate della basilica paleocristiana nella zona archeologica della Cattedrale . Attualmente l’Episcopio è costituito da tre corpi di fabbrica, essendo stato demolito quello che si attestava sul fianco Nord del Duomo (1955-59), adibito a Seminario dal Vescovo Barba (1737). Integra è anche l’appendice settecentesca che in Corte del Vescovado è prospiciente al lato Sud della Chiesa del Purgatorio.
Al complesso si accede dal portale di Nuzzo Barba (sec. XV, che originariamente era posto come portale di accesso al convento di S. Agostino). Le facciate, a bugne rustiche o intonacate, sono scandite da cornici marcapiano, in parte provenienti dalla Cattedrale. Su di esse sono collocati lapidi e stemmi araldici della straordinaria serie di Vescovi che hanno dato lustro alla cattedra bitontina (Biagio, Falcone, Orsini, Musso, Acquaviva d’Aragona, Gallo, Massarenghi, Pallanterio, Gatta, Ferri, Marone, Marena).
Notizie di una domus episcopi (casa del Vescovo) risalgono al 1167, anno nel quale si documentano strutture curiali di grande importanza, tanto da operare anche fuori della propria diocesi. Al sec. XIV risale il “portico del vescovo Biagio”, demolito nel 1959 per l’isolamento della Cattedrale, che univa la chiesa all’episcopio, nella zona degli arconi/intradosso.
La struttura del seminario che sporge su Corte Vescovado risale invece al vescovo Barba, divenuto, con il vescovo Marena, sede del Museo Diocesano.