Grandiosa, in Piazza Cavour, si erge la chiesa di S. Gaetano che, pur nella sua incompiutezza, si fa ammirare per la severa eleganza delle linee, il solenne slancio ascensionale, esaltato dal possente timpano triangolare ed il sobrio commento decorativo affidato ai registri della pietra viva impiegata.
La fabbrica, non completata secondo il progetto originario, è priva del transetto, vuoti delle statue sono rimasti i plinti e le nicchie della facciata a due ordini.
Architetto della chiesa fu un artista appartenente all’ordine dei Teatini, Dionisio Volpone, di Parabita. La data di fondazione risale al 1609, ma fu consacrata solo nel 1730 dal vescovo Luca Antonio Della Gatta. Per la sua costruzione fu abbattuta I’antichissima chiesa battistero di S. Giovanni che sorgeva lì dove inizia l’attuale scalinata di S. Gaetano.
La facciata, a bugnato, preceduta appunto da un’ampia scalinata, presenta un doppio ordine, è scandita da ampie lesene e nicchie; ha un portale imponente.
L’interno, che segue l’impianto della chiesa generalizia di S. Andrea della Valle a Roma, è costituito da un’ampia aula rettangolare divisa in due campate da un cornicione; le cappelle laterali sono intercomunicanti.
In fondo è l’abside semicircolare. Il soffitto è a lacunari con dipinti del pittore bitontino Carlo Rosa (1613-1678) .
Sono raffigurate scene tratte dalla vita di S. Nicola cui la chiesa fu dedicata. Il riquadro centrale, accanto allo stesso santo, rappresenta la gloria dei Santi Nicola, Gaetano e Andrea d’Avellino.
La parte inferiore dell’ aula è scandita da quattro arcate per lato in cui si aprono altrettante cappelle. Notevole la prima a destra per un ricco altare barocco, scolpito in pietra tenera leccese (1696), contenente una preziosa tela seicentesca, manieristica, ma ricca di buoni effetti chiaroscurali, rappresentante la NativitĂ della Vergine, attribuita a Nicola Gliri o Andrea Miglionico. La cappella apparteneva alla famiglia Sylos Sersale ed è l’unica nota di festosa molteplicitĂ e ricchezza coloristica presente all’interno della chiesa.
La seconda cappella degli Scaraggi è dedicata a San Gaetano con un dipinto del bitontino Francesco Spinelli.
La terza cappella era dedicata a San Carlo ed è notevole la decorazione riferibile a Michelangelo Costantino. Sulla sinistra si susseguono le cappelle delle Reliquie, di San Giuseppe e di Sant’Anna (ora cuore di GesĂ¹ e Addolorata). Sulle pareti lapidi con cartigli e angioli (Sylos-Labini, Bove e Valente), sono opere di Nicola Vincenzo Rosa
Nella parte superiore si aprono. in corrispondenza delle arcate, finestre con false trabeazioni, la cui luce si diffonde ad illuminare gli affreschi che corrono lungo i muri mediani.
Sulla controfacciata: sul lato destro i santi: Giovanni, Crisostomo, Girolamo, Martino,, Arsenio, Cipriano, Crescenzio, Mariano, Luca. Negli spazi tra l’arco trionfale ed il soffitto sono affrescati S. Paolo e S. Pietro. A sinistra i santi: Giacomo apostolo, Policarpo, Ignazio. Urbano, Silvestro, Basilio, Ambrogio, Agostino.
I Teatini vennero a Bitonto nel 1601 e a loro il vescovo Flaminio Parisio affidĂ² la chiesa di S. Nicola nelle immediate vicinanze della cattedrale. Le difficoltĂ di vicinato con il Capitolo della stessa chiesa cattedrale spinsero i Padri a cercare un luogo piĂ¹ idoneo alla loro missione e con l’aiuto del Municipio lo individuarono, vicino a S. Lucia e Porta Baresana.
Abbattuta il Battistero di S. Giovanni, i Teatini iniziarono a costruire una cappella provvisoria già dal 1609, quindi lì posero la prima pietra a quella che sarà la nuova chiesa, consacrata solo nel 1730 e usarono le case prossime ad essa come convento.
Si dedicarono alla cura delle anime, dei malati e alla perfezione spirituale del clero; costituirono un
oratorio per i nobili, il monte dei morti in suffragio dei defunti, diffusero il culto di S. Andrea d’Avellino e dello stesso Beato Gaetano. Travolti dall’ondata della prima soppressione, i Padri Teatini furono costretti a disperdersi, mentre il culto della chiesa fu affidato alla Confraternita di S. Giuseppe.
Il motto dei Teatini è: QUAERITE PRIMUM REGNUM DEI ( cercate per primo il regno di Dio)