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- Indirizzo: via G. Rogadeo, 50

Cappella Rogadeo- S. Anna

Descrizione cappella

Indirizzo: via G. Rogadeo, 50

La Cappella di Sant’Anna

Sedile dei Nobili

Nel cuore dell’antica Bitonto, incastonata fra i palazzi Rogadeo e Bove, in una suggestiva serie di stili misti di portali, è ubicata la Cappella beneficiale patronale dei Rogadeo.

Senza dubbio l’impianto originario doveva essere del tipo monocellulare a cupola in asse ed a croce contratta analoga alla chiesetta di Santa Margherita in Bisceglie ed anche morfologicamente e tecnicamente più evoluta delle tante che si incontrano nel contado barese, da Monopoli (Seppannibale) a Bisceglie (Ognissanti).

Quasi certamente l’assetto antico venne stravolto nel corso del sec. XVII in seguito alla nuova facies urbana e all’allargamento di Via Mercanti. In tale occasione venne accorciato il volume riducendo la chiesa e abbattendo la campata d’ingresso.

Rifatto intorno al 1648 il prospetto e ricollocato il portale centinato, su di esso venne a scaricarsi il voltone lunettato e, con la destinazione a Sedile” dei nobili, venne altresì deciso di collocare nelle lunette gli emblemi araldici delle famiglie nobili.

Dopo la libertà comunale (1551), in esecuzione alle conclusioni e alle capitolazioni del 1565 intorno al governo municipale di Bitonto,( si debbano scrivere in un libro (d’oro) tutte le famiglie che al presente godono la nobiltà e quelli che in detto libro saranno scritti possano dare la voce e ricever/a, e no altro), furono annotate 33 famiglie: Abinanti, Alvaro, Alitto alias Giannone, Barone, Bove, Corneliis, Ferraris, Gentile, Giannone, Girardis, Guardia, Ilderis, Labini, Lutiis,  Monte, Paduli, Perrese, Pietà, Planelli, Regna, Ripa, Rogadeo, Rubeis, Saluzzo, Sansone, Sasso, Scaraggi, Scarappo, Scattigio alias Spinelli, Spinello, Sylos, Valeriano, Verità.

Dal ‘500 alla prima metà del ‘700 il Sedile di Sant’Anna dové avere una grande  funzione nel reggimento della Città, anche se andava formandosi una nuova piazza chiusa detta dei POPOLARI O GENTlLUOMINI a Porta Baresana. (Sulle conclusioni dei due sedili,sulle vicende amministrative dell’Universitas, sul diritto al seggio nobiliare, occorre scrivere un saggio specifico).

Col tempo, il numero delle famiglie andò diminuendo e nel 1648, data di costruzione del voltone (arco) di Via Mercanti, le famiglie, secondo gli alberi genealogici nobiliari formulati da Giuseppe Di Gennaro”, erano le seguenti: Verità, Sasso, Sylos, Scaraggi, Saluzzi, Rubeis, Regna, Rogadeo, Pianella, Paù, Padula, Labini, Ildaris, Guardia, Giannone, Gentile, Barone, Bove. Di queste famiglie furono in tal tempo collocati, a coppia, gli stemmi nelle lunette dell’arco del Sedile di Sant’Anna che, a sua volta, si dette il significativo emblema esemplato dalla moneta di Bitonto del lI sec. a.C.: MINERVA e la SPIGA di GRANO.

 Dopo le controversie del sec. XVIII tra i due ceti, e per la surrogazione delle famiglie, il Sedile perdette autorità e le sue adunanze non incisero più nell’Amministrazione Civile. Fu soppresso con le leggi eversive francesi. E’ da notare che, durante il riformismo borbonico, per la difesa dell’illustre piazza di Sant’Anna contro i nuovi surrogati si elevò alta la voce giuridica di Giandonato Rogadeo al quale dobbiamo ottimi saggi. Malgrado la settecentesca camicia di intonaco la chiesa conserva parte dell’impianto e dell’alzato antico. E’ orientata Est-Ovest con altare nel catino absidale ove è pure collocata una bella tela di Carlo Rosa raffigurante una Sacra Conversazione. A pavimento vi è la lastra tombale di Giacomo Rogadeo, la cui immagine è stata eseguita con la tecnica niellata e del sottosquadro. Sul lato meridionale, oltre alla porta liturgica che dà nel cortile, vi è la targa lapidea funeraraia H (OC) S(EPULCRUM) E(ST) SIRE IACOBI ROGADE/ ET  E(RE)DUM ElUSI Q(U)/ LEG/T/S ORAITE PRO E/S” . Alla Scuola di Mastro Consiglio è  poi riferibile il portale d’ingresso che presenta forti analogie con il portale di  Sant’Agostino in Andria e della Porta Regia nella Cattedrale di Altamura. Nel Seicento  probabilmente venne distrutto l’affresco (raffigurante la Gran Madre della Vergine) inciso un ornamento a feluca. 

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